L’obsolescenza programmata nasce nel 1924, quando le maggiori società produttrici di lampadine decisero che i loro prodotti non avrebbero dovuto superare le 1000 ore di vita. Il gruppo di produttori, General Electric Company, Tungsram, Compagnie des Lampes, Kremenezky, AEI/GEC, la Società Edison Clerici e Philips (fonte), raggruppati nel famoso Cartello Phoebus, che sta per Apollo, si misero d’accordo sulla durata standard di vita delle lampadine ad incandescenza: “affermava che 1000 ore era un valore ragionevole per la vita ottimale e che una vita maggiore avrebbe inficiato, in maniera non conveniente per il consumatore, l’efficienza complessiva del dispositivo”. Ovviamente questa scelta avrebbe portato dei benefici anche dal mercato, perché i clienti avrebbero dovuto sostituire la lampadina più rapidamente, dando senso alla produzione industriale.
Il tema dell’obsolescenza programmata, quindi, inizia ufficialmente con la luce elettrica.
Con la tecnologia a LED, cosa cambia?
Innanzitutto è bene che si sappia che una lampada a incandescenza statisticamente perde il 50% di flusso dopo mille ore. Illumina cioè, molto di meno. Una lampada a LED, invece dopo centomila ore di accensione può perdere, al massimo, il 20% di flusso. In partenza le lampade a luce fredda sono di sicuro più efficienti.
Ma, al netto delle scelte di produzione di ogni azienda, le lampade a LED garantiscono sicuramente più efficienza e minor deterioramento dei materiali, ma anche un maggior controllo da parte di installatori e manutentori. Le nostre lampade, ad esempio, protette sia da sbalzi elettrici che da contaminazione chimica, possiamo garantirle a vita perché siamo sicuri della tecnologia con cui sono progettate, costruite e installate. La vita media di una lampada a LED è di circa centomila ore e, ipotizzando che sia accesa dodici ore al giorno, tutti i giorni, può durare più di vent’anni. Un periodo di tempo importante che permette ai clienti, sia pubblici che privati, di non doversi preoccupare dell’illuminazione.
Infine, quindi, se dal mondo dell’illuminazione elettrica nasce il concetto di obsolescenza programmata, dallo stesso settore ci sono esempi di come la ricerca scientifica possa rispondere alle esigenze di maggior durata e quindi di maggior sostenibilità, anche ambientale, dei prodotti.
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